Discriminazione ponderale part III, discriminazione sul posto di lavoro

Ed eccoci nuovamente a parlare di discriminazione ponderale. Questo è il terzo post dedicato all’argomento con l’aiuto dei vostri contributi, delle vostre esperienze.

Come sempre, lascerò che siano i vostri racconti a parlare da soli.

Ricordiamo solo, a chi si affaccia per la prima volta a questi post, e per chi non lo sapesse, che la discriminazione ponderale è una discriminazione basata sul peso e, di conseguenza, sull’aspetto fisico, di una persona.

In particolare, in questo post, ho voluto focalizzare l’attenzione sui racconti di donne discriminate in un ambiente lavorativo, sia in sede di colloquio, quindi conoscitiva, forse la peggiore in questo senso, sia giorno per giorno, nel proprio ufficio, nel proprio ambiente, una vera e propria azione di mobbing. Continua a leggere

Discriminazione Ponderale Part II: Quando a Criticare è la Famiglia.

In tante mi avete scritto per condividere le vostre esperienze di discriminazione. Questo post è il risultato della vostra intensa collaborazione, del vostro coraggio e della vostra forza. Perciò, ancora una volta: grazie.

La discriminazione ponderale ha tante facce, tanti volti, tante voci, tante sfumature tutte diverse. Ognuno dei vostri racconti ne evidenzia alcune molto bene.

Partiamo dai casi in cui la discriminazione parte proprio dal luogo in cui ci si dovrebbe sentire più protetti e al sicuro: casa nostra e, di conseguenza, viene dalla famiglia. Chi ci sta particolarmente vicino dovrebbe amarci incondizionatamente e rispettarci e tutelarci, cercando di non fare violenza mentale. E invece, spesso, la discriminazione ponderale parte proprio dalla nostra famiglia. Ed è forse quella che fa più male. Continua a leggere

Discriminazione Ponderale: le esperienze di chi la vive ogni giorno – PART I

Cosa significherà mai questa strana parola? Discriminazione ponderale… No, non è una parolaccia! E neppure una nuova forma di vittimismo, no. E’ un problema serio, al pari della discriminazione razziale o di quella nei confronti dei diversamente abili.

Siamo alle solite, a dire il vero. Come la volti e come la giri, siam sempre lì: la discriminazione nei confronti di ciò che è “diverso”, ciò che non rientra nei canoni, nella presunta normalità in cui molti bigotti, zombie nel mondo, risucchiati e lobotomizzati dal sistema a loro insaputa, si rifugiano, così, tanto per stare tranquilli…

Il problema è che chi non sta tranquillo siamo noi! Noi poveri diversi! Diversi… ma diversi da che? Diversi da chi? Continua a leggere